…L’artista con le proprie opere è l’anello di congiunzione concreto del rapporto infinito – Natura / Uomo / Natura. La rotazione cic1ica degli eventi si completa e si definisce attraverso la forza, la fantasia e la sapienza dell’uomo. Una circolazione di linfa vitale sotterranea e inarrestabile, mette in comunicazione istintiva ogni essere umano con la natura. Il ritmo si fa universale e simbiotico, e così, come la natura raggiunge il proprio acme nella creazione di infinite forme e colori, così gli uomini possono dare di sè la parte migliore nei «fiori» che la propria sensibilità porta loro ad esprimere.
Le forme dei «flowers» anche per l’uomo possono essere infinite, ma sempre in questi eventi egli si trova al centro della propria coscienza e sapienza, al centro dell’amore e della disperazione, al centro del coraggio e della paura … si ritrova nel suo centro e al centro di Tutto.
Il respiro profondo della vita lo avvolge e gioca con lui la partita del desiderio e dell’equilibrio.
Nei «flowers» di tanto in tanto compaiono figure acefale maschili e femminili.
… Sono archetipi, da intendersi più profondamente come simboli della forza primaria degli opposti e che, attraverso il loro continuo rapporto con tutti gli altri elementi espressivi esistenti all’interno dell’opera, dialogano, si raffinano e si trasfigurano, dando vita ad un oggetto perfettamente autonomo la cui unica esigenza è quella del controllo proficuo della tensione che l’ha generata e del suo dirottarla verso una dimensione più trascendente. Più precisamente, quindi, sono da interpretarsi come muti rituali di una religione universale che attraverso di essi esprime il linguaggio di una preghiera sempre attuale e sempre antica. Quella della lotta nella vita per la vita.
W. B.